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Self-initiated radical leaching for green recovery of precious metals
DOI: 10.1039/D5GC02561C, PaperChenchen Zhu, Anting Ding, Chuanyin Liu, Ming Li, Chengliang Xiao
A green, low-cost strategy using AlCl3 solution enables efficient recovery of Pd and Pt from spent catalysts via a self-initiated radical leaching process.
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Catalytic reductive conversion of polyethylene terephthalate (PET) plastic waste into fuels, valuable chemicals and degradable polymers
DOI: 10.1039/D5GC03083H, Tutorial ReviewJingyu Liu, Shuyan Yi, Jingwen Cheng, Sibao Liu
This review presents recent advancements in the catalytic reductive recycling and upcycling of PET into fuels, valuable chemicals and degradable polymers.
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Electrocatalytic hydrodeoxygenation of 5-hydroxymethylfurfural to 2,5-dimethylfuran over POx modified Cu electrocatalysts: the promoting role of POx
DOI: 10.1039/D5GC02693H, PaperYiwei Zhao, Chao Zhang, Zuhang Jin, Cheng Tao, Tingting Xiao
Conversion of 5-hydroxymethylfurfural (HMF) to 2,5-dimethylfuran (DMF) by electrocatalysis is significant but challenging.
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Dynamic tailoring of the gradient porosity of biomass-derived porous carbons for highly effective CO2 capture
DOI: 10.1039/D5GC03217B, PaperWeiwei Shi, Yanzhen Guo, Qixin Lu, Haitao Li, Yachao Liang, Faxue Ma, Baocheng Yang, Binbin Chang
Carbon capture has emerged as an efficient technology for mitigating the escalating atmospheric CO2 levels.
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The acetate anion promotes hydrolysis of poly(ethylene terephthalate) in ionic liquid–water mixtures
DOI: 10.1039/D5GC02409A, Paper


A solvent screening shows that ionic liquid water mixtures enable effective hydrolysis of PET to yield terephthalic acid and ethylene glycol when the anion is acetate.
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Engineered Pseudomonas putida monoculture system for green synthesis of 7-methylxanthine
DOI: 10.1039/D5GC02883C, PaperBhagya Jayantha, Shuyuan Zhang, Ryan M. Summers, Gamini P. Mendis, Lahiru N. Jayakody
Engineered Pseudomonas putida monoculture efficiently converts caffeine to 7-methylexanthine (7-MX), a clinically proven safe drug for treating myopia.
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Upcycling of polyethylene terephthalate to high-value chemicals by carbonate-interchange deconstruction
DOI: 10.1039/D5GC03354C, Paper


Carbonates enable PET deconstruction to valuable terephthalate products with high selectivity and low solvent demand.
To cite this article before page numbers are assigned, use the DOI form of citation above.
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Chimica a due facce.
Luigi Campanella, già Presidente SCI
A caccia di casi di specie che dimostrino quanto sia vero parlare di 2 volti della Chimica ho trovato quest’altro dato.
Il TiO2 è universalmente accettato come un foto-catalizzatore efficace: in presenza di opportuna radiazione UV produce vacanze elettroniche nella sua banda di valenza ed eccessi elettronici nella sua banda di conduzione (band-gap di 3.25 eV). Questi, le une e gli altri, reagiscono con O2 e H2O producendo ROS, ossia specie radicaliche dell’ossigeno, idrossido, perossido e superossido in grado di attaccare le molecole di molti composti con la conseguente loro degradazione, quindi con una possibile applicazione sul piano ambientale ed igienico sanitario.
Purtroppo man mano che la degradazione procede la sua efficienza diminuisce. Si è così trovato che l’aggiunta di fluoro, il tanto temuto elemento dei PFAS, sia assorbito in superficie del TiO2, sia aggiunto come drogante nella sua struttura, consente di superare questo inconveniente garantendo una prolungata efficienza al processo di fotodegradazione.
La faccia buona del diossido di titanio ha però anche un altro connotato. Fa riferimento al suo impiego come colorante classificato E171 utilizzato in molteplici applicazioni a partire da componente di pitture e quadri, anche se solo moderni vista la giovane età di questo colorante; ad essi conferisce luminosità e opacità, la stessa attività che svolge verso i rivestimenti in resina. Anche le applicazioni cosmetiche rispondono al criterio delle due facce: da un lato utilizzato come filtro solare per proteggerci dai pericolosi raggi UV responsabili del melanoma, aggressivo tumore della pelle, dall’altro agente di reazioni cutanee come dermatiti, eczemi, allergie, o addirittura di invecchiamento e infiammazioni croniche della pelle, per non parlare della sua cancerogenicità dermica, tanto che l’uso in questo campo è stato vietato dal 2024. Ancora una chimica singolarmente a due facce: per prevenire il melanoma dovuto ai raggi UV si usa per protezione un composto potenzialmente cancerogeno!!
Oggi però a rinforzare la seconda faccia, quella cattiva del TIO2, arrivano i risultati di una ricerca pubblicata da istituzioni di ricerca francesi (CNRS, INRAE, AP-HP) che evidenzia come questo composto sia ritrovato nel quasi 90%di un set di campioni di latte materno, animale o industriale.

Tenuto conto che si tratta di un composto vietato per uso alimentare sin dal 2022 questa scoperta non può che essere collegata ad una ubiquitarietà del composto in questione che contamina suoli ed acque. Questo dato non può non preoccupare tenuto conto della cancerogenicità del TiO2 e del fatto che i consumatori del latte materno sono neonati, quindi soggetti appena venuti alla vita, quindi non ancora sviluppati per resistere alle insidie dirette alla propria salute.
La ricerca è stata eseguita impiegando come tecniche analitiche Fluorescenza X e Spettrometria di Massa al fine di individuare micro e nano particelle del TiO2 nei campioni di latte. Con queste tecniche i ricercatori hanno ricercato nel latte materno composti dai nomi non noti al consumatore medio, ma ben noti in ambito scientifico in quanto derivati del TiO2, tra i quali rutilo ed anatasio, entrambi ossidi, ilmenite (FeTiO3), titanite (CaTiSiO5), pseudo-brookite (Fe2Ti05).
Quasi tutti (90%) i campioni di latte materno analizzati, liquidi o in polvere, biologici o meno, pastorizzati o no, sono risultati positivi al test contenendo da 6 milioni a 4 miliardi di nanoparticelle di TiO2, a seconda del tipo di campione. Il commento degli autori è particolarmente preoccupante: fra concentrazione nell’ambiente e presenza nel latte materno del TiO2 c’è un gap che impedisce la correlazione fra i 2 dati: ma allora la fonte deve essere un’altra e deve essere trovata al più presto tenuto conto della tossicità del composto, anche per gli adulti, e che il suo impiego in vernici, materiali di vario tipo, rivestimenti è in continua crescita.
Il consumo mondiale di biossido di titanio (TiO₂) nel 2024 è stato valutato in oltre 21,49 miliardi di dollari e si stima che supererà i 48 miliardi entro il 2037, con una crescita media annua (CAGR) superiore al 6,4%. La crescita è trainata dall’aumento della domanda di vernici e rivestimenti, settori chiave per l’utilizzo del TiO₂, soprattutto in Asia-Pacifico a causa della rapida industrializzazione e dell’edilizia.